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10 12 2012 | Rimini | Spiagge, Pizzolante sfida a confronto pubblico Vitali e Gnassi

Lunedì, 10 Dicembre 2012

tortora-scuro

Rimini | Spiagge, Pizzolante sfida a confronto pubblico Vitali e Gnassi


Domani il decreto sviluppo inizierà il suo iter a Montecitorio, a partire dalla decima commissione ‘Attività produttive’, anche l’emendamento discusso (passato al Senato) che concede la proroga di altri cinque anni, fino al 2020, cioè, delle concessioni demaniali balneari attualmente in essere lungo le coste italiane.
Quello del demanio è un tema in cui giocano un ruolo non secondario “regole e consenso”, fa notare il deputato del Pdl, Sergio Pizzolante. “Il presidente della Provincia e il sindaco di Rimini – dice – si sono schierati contro balneari e ristoratori in nome di vaghi e malposti principi di concorrenza e di rispetto delle regole. Cerco di spiegare perché sbagliano e li sfido ad un pubblico confronto”.
“Intanto – continua il pidiellino – sono soli, in questi anni ho trovato sindaci e presidenti sempre a sostegno delle proprie imprese e dei lavoratori, da Ostia a Viareggio da San Benedetto a Otranto da Gallipoli a Sorrento, in Veneto in Liguria, ovunque. Perché? Il demanio è pubblico, ma sopra ci vivono imprese private che hanno fatto investimenti, creato valore e occupazione perché le regole garantivano continuità”.
Il problema arriva quando “cambi le regole, anzi se te le fai imporre dall'Europa, senza garantire una congrua transizione e criteri di tutela degli investimenti e dei valori d'impresa, non va bene, non è una buona regola liberale. Si chiama esproprio”.
Un caso analogo a quello che si prospetta per il 2016 è già accaduto. “Nel 1988 i socialisti in Spagna espropriarono le spiagge, ma diedero 30anni di concessione. Oggi i liberalconservatori le prorogano sino a 75 anni, con il plauso dell'Europa. A quale corrente di pensiero appartengono Vitali e Gnassi?”.
Circolano, secondo Pizzolante, tante notizie false attorno alla direttiva servizi. “E’ falso”, per esempio, “che la proroga comporterà, in automatico, una multa europea. Non c'è alcunché di automatico, anzi, nel 2009 abbiamo respinto la messa in mora con una proroga di 5 anni. L'Europa non vuole automatismo dei rinnovi e noi non abbiamo inserito alcun automatismo. E poi Monti se è cosi bravo come dice il Pd telefoni a Barnier e non si faccia intimorire dal Ragioniere dello Stato. Mi sfugge il perché della posizione dei Nostri, nulla ebbero da obbiettare quando, più volte, abbiamo prorogato la normativa antincendi, salvando il 50 per cento dei nostri alberghi vittime di direttive europee troppo farraginose. Mi sfugge il perché, anzi lo so, li sfido ad un pubblico confronto. La proroga non risolve il problema e confrontarsi è utile”.


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